Osservazioni |
| Osservazioni dell'anno 2012 | |
Oggi in visita al Caloggio per la prima volta Mirko e Claudia. Siamo stati accolti e accompagnati da Maurizio M. che ci ha fatto da guida. Come capita in queste occasioni non sono mancate nuove informazioni sull’oasi da Maurizio, per non parlare di tutti i riconoscimenti di Mirko, relativamente a uccelli, insetti, galle, tracce e fatte di animali vari, mammiferi compresi.
Nel prato umido Maurizio spiega che il terreno è costituito da
argilla grigia
, probabilmente perché lì da secoli serpeggiava o almeno si espandeva il
Nirone
, che di fatti nella zona ha un andamento molto sinuoso, segno del rallentamento della pendenza e della tendenza a cambiare percorso.
A circa metà del prato più a nord, dal sentiero delle 7 cascate, si nota un dislivello a gradino (direi di 50 cm) che probabilmente segnava uno dei limiti di questa zona di espansione. In corrispondenza del canale scolmatore c’era un altro gradino. In un giovane frassino notiamo i fori del picchio (foto sotto a destra). Mirko è molto interessato alle galle di farnia (foto a sinistra e vedi riquadro sotto), non tanto per il loro contenuto iniziale, dice, ma per il successivo utilizzo da parte di altri insetti. Ne raccoglie alcune e ci farà sapere cosa vi troverà. |
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Osserviamo gli
olmi suberosi
, vari
salici
fra cui il
salicone
già pieno di infiorescenze, un
olmo ciliato
, di cui non sapevo,
pioppi tremuli
,
biancospini
e un altro salice.
Mirko chiede ragione della differenza fra farnie con foglie persistenti o meno. Mi lancio a spiegare della variabilità fra individui della stessa specie, particolarmente accentuata nelle farnie, tanto che ogni tanto qualcuno cerca di inventarsi nuove specie. Maurizio aggiunge che le farnie tendono ad incrociarsi con i roveri. Osserviamo i due pini silvestri che nell’inverno 2010/2011 hanno avuto le radici rosicchiate dalle arvicole, che nel prato umido sono particolarmente abbondanti. I due pini comunque si sono insperatamente ripesi, hanno il tronco un po’ arcuato, le foglie leggermente più piccole e sono comunque cresciuti di una trentina di cm, poco meno degli altri. Sul sentiero delle fatte piene di corpi di formica (vedi foto a sinistra): sono del picchio verde , spiega Mirko, che predilige scavare a terra i nidi di formiche, di cui si ciba, piuttosto che i tronchi. Passano o comunque si sentono lucherini , verdoni e pettirossi . |
4 marzo 2012: messaggio da MirkoHo finito ora di ispezionare le galle raccolte sulle farnie giovani e di identificarne il contenuto. Il risultato è stato abbastanza soddisfacente anche se le galle erano troppo giovani per contenere ciò che cercavo, in quanto questi richiedono galle vecchie di almeno 1 anno!Comunque è saltata fuori una regina con prime operaie di Camponotus (Colobopsis) truncatus , formica molto interessante per la particolare struttura del capo adattata nei soldati a chiudere l'ingresso alla galla . Altra formica forse meno appariscente ma molto interessante è stata una regina in fondazione con le sue uova di Dolichoderus quadripunctatus altra formica arboricola non sempre comune e dalla distribuzione frammentaria nel suo areale, di questa formica ancora non si conosce il metodo di fondazione, chi dice che fondi in modo claustrale, cioè in solitaria senza alimentarsi, chi sostiene che applichi la fondazione assisitita facendosi adottare da operaie orfane di altre colonie. M.G.
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La foto sopra mostra le Colobopsis truncatus Foto sotto: la regina di Dolichoderus quadripunctatus Le foto sono di Mattia M. |
Arriviamo oltre l’ex orticello. Maurizio ci mostra un paio di piccolissimi
pioppi neri
, sulla riva del Nirone, che ha dovuto ripiantare perché danneggiati dalle
arvicole
.
Osserviamo il grande pioppo dove si posa abitualmente l’ airone cenerino . È pieno di buchi di picchio . Scorgiamo uno scricciolo . Arriviamo fino allo scolmatore. Al ritorno mi faccio mostrare da Maurizio le due piccole farnie che si nascondono nella siepe di biancospino , assieme a un piccolo tiglio (cordata) selvatico. Cinciallegra . Ci rechiamo all’ansa del Nirone (siamo ora nel sentiero 4) dove si è creato uno slargo, utile per visite, ma anche per permettere all’airone di posarsi. Osserviamo piccole conchiglie evidentemente raccolte da qualcuno, forse mangiate da qualche uccello. Ci sono anche fatte di airone (vedi foto a destra). |
Nei pressi troviamo varie fatte di
airone
.
Cincia bigia e poi nuovamente pettirosso . Sul sentiero notiamo numerose fatte di volpe (vedi foto sotto), sempre in evidenza sopra cespi di erba, forse per marcare con grande evidenza il territorio. Le tracce già viste in occasione della nevicata di inizio febbraio indicano che la volpe perlustra esattamente il nostro sentiero. Sopra un tronco morto una fatta di riccio o forse di faina (foto a sinistra). Fotografo un cimice verde ( Palomena viridissima foto a destra). Ne vedrò un’altra della stessa identica specie, caratterizzata da una macchia nera sulla coda. |
Non c’è stato il tempo di istallare i tre covatoi che avevamo preparato: due vecchi riparati e uno nuovo. Resta poi ancora da riparare quello in foto.