Osservazioni   x

12 agosto: la calda estate del 2012

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Protagonista la siccità, che si ripercuote sulla vegetazione in modo non scontato.
Il pioppo termulo che spunta nella foto in alto a destra sembra stare benissimo...   

 

 

Lavori sulla via VerdiAccesso dalla via Caloggio

Sulla via Verdi (foto a destra) stanno realizzando un marciapiede che permette l'accesso dal parcheggio degi impuianti sportivi alla Via Caloggio: cosa ottima!

Acqua in abbondanza nel secondario.

Rovere maestoso sulla sinistra con la chioma scura risalta sul resto della vegetazione.

Le ginestre sulla via CaloggioInteressante la situazione delle ginestre  subito a destra lungo la via (foto a sinistra):  

Le prime tre ginestre ( Citisus scoparius ), forse perchè esposte in pieno sole, sono rimaste con pochissime parti verdi e pochi baccelli, ma non sembrano morte, forse hanno completato anticipatamente il loro ciclo stagionale e vivacchiano. Vedremo il prossimo anno. Segue uno Spartium junceium , che ha un ciclo vegetativo tardivo rispetto alla specie precedente, con le foglie ancora completamente verdi e grossi baccelli di fresca maturazione. Seguono poi altri 5  C. scoparius . Questi però sono ancora verdi, probabilmente perché più ombreggiati dalla vegetazione che è a est, oltre lo scolmatore e dai rami di un salice che le sovrasta. Addirittura sembrano avere in basso nuovi getti di rametti verdissimi.

Segue, lungo la via, appunto un salice con le foglie sottili e i rametti ricadenti. Poco oltre c’e n’è un altro, più alto e con le foglie più larghe:  al momento sono indeterminati. Prima o poi penseremo anche a questo. I salici sono ostici alla determinazione.

Sul tronco di una robinia si avvolge la vite . Si tratta di una novità. I tralci arrivano dalla radura. 

Foto alla rosa canina che ha una sola bacca immatura (non ho guardato quelle del cespuglio nel prato). 

Il piccolo ligustro che è rimasto verde tutto l’inverno è molto cresciuto.

Foto a foglie e bacche del viburno , non ancora mature, e del sambuco , quasi mature. I biancospini hanno qui tutte le foglie verdi, diversamente da quelli che vedrò in seguito. Probabilmente le piante sulla riva dello scolmatore si giovano dell’acqua delVilloresi, una vera manna per la residua campagna del milanese. 

Foto ai tre ontani presso il ponticello, che crescono stupendamente e alla loro corteccia.

La robinia tagliata dietro la bacheca insiste a buttare ancora getti.

 

 

Verso la radura e lo stagnetto (sentiero 1)

Prima di procedere sul percorso do un occhiata a sinistra del ponticello (inizio sentiero 7) alla frangola e al Prunus cerasifera . Questo ha ancora qualche bacca, forse sui rami più in ombra: strano.

All’inizio del sentiero 1 vedo a terra numerose bacche di sambuco (che la pianta sull’angolo iniziale sia stramazzata?) e poco oltre ghiande della farnia . A terra foglie secche sparse, ma non ammassate come in autunno. Le foglie di quasi tutte le piante sembrano afflosciate, alcune decisamente secche. Solo dopo ho pensato che sarebbe stato interessante prendere nota delle delle specie, delle piante o delle zone dell'oasi indenni dagli effetti della siccità. Troppo tardi. Occore considerare che anche il Nirone oggi, come al solito, è ben fornito di acqua e quindi, a rigor di logica, le zone più basse o fiancheggiate dai due corsi d'acqua dovrebbero patire meno o per nulla. Da verificare.

Sulla sinistra del sentiero sono morte alcune piantine piccole, forse padi.

Foglie secche del ciavardelloSulla destra il ciavardello ha alcuni rami bassi con foglie secche, mentre le altre più in alto stanno benissimo (foto a destra). Vai a capire perché. Padi e biancospini hanno qui foglie variamente sofferenti.

Sotto il grande sambuco è rispuntato il fico che era stato tagliato a raso in primavera.

Per raggiungere la radura si deve passare in mezzo ai rami spinosi del prugnolo . La radura ha erbe alte, ortiche, che nascondono il canaletto. Sembra che da tempo non ci passi nessuno: ottima l'ortica per gli insetti, meno per i visitatori. Tutto qui è verdissimo. Forse la radura, per quanto soleggiata, stretta fra secondario e Nirone ha un sottosuolo umido.

Il melo non ha più frutti. Noto che il vecchio pruno che potrebbe avere origine domestica, ha frutti di circa 1 cm, proprio come quelli del prugnolo.  Il sapore è aspro, ma forse la prugna non è ancora matura. Sembra che molti frutti siano poco sviluppati e in ritardo con la maturazione. Effetto della scarsità d'acqua?

Sulla deviazione per lo stagnetto, a sinistra, un albero è morto (dalle foto sembra un carpino piuttosto grande - da verificare).

Verso lo stagnetto nulla di particolare. Una fusaggine piccola è sofferente. Nessun segno di vita, ma forse solo perché non mi soffermo. La vegetazione è alta anche qui. Rovi e robinie sbarrano la strada e non riesco a raggiungere il fico in fondo alla radura per vedere se è ancora vivo. In primavera aveva tardato molto ad emettere le prime foglie.

 

 

 Lungo il Nirone (sentiero 2)

Sentiero 1

Farnia morta

Anche qui molti segni della siccità. Il sentiero è cosparso di foglie secche. Sulla sinistra, vicino all’ontano ischeletrito da tempo, è morta anche una farnia alta almeno una decina di metri (foto a destra). 

I cornioli hanno le bacche non del tutto mature e le foglie afflosciate. Più o meno così anche i viburni .

Il ciliegio che lo scorso anno, come altri della stessa specie, in questa stagione aveva perso molte foglie quest’anno non lo ha fatto. Vai a capire come funziona la natura.

Sulla sinistra un pado di qualche anno rinsecchito (foto a sinistra, ripresa guardano in dietro, verso il ponticello).

Al passaggio al bosco vecchio sulla sinistra i biancospini in pieno sole sono particolarmente sofferenti, ma resistono. Idem poco più avanti uno a destra. Le bacche del biancospino sono verdi o appena colorate, come le foglie, ma non ancora mature: effetto arsura?

 

 

Il bosco vecchio (sentiero 3)

Piccoli aceri di monte Tappeto di pervincheNel sottobosco l’erbetta a sinistra, fra i tassi e i carpini é insolitamente secca. Sulla destra una distesa di rovi è molto provata. 

Alla curva i tappeti di pervinche (foto a sinistra) sono verdi, ma le foglie sono afflosciate. 

Stranamente lì e più avanti dei piccoli aceri di monte (foto a destra) nati spontaneamente da uno o due anni non mostrano alcun segno di sofferenza. Merito dell'ombra e forse anche del terreno più fertile. 

I castagni hanno le foglie in buone condizioni. La malattia ha fatto danni solo sui rami bassi. 

Il grande biancospino soffre ma sembra resistere. La specie sarebbe longeva, speriamo in bene.

Devio per raggiungere la pianta mascotte: qualche foglia gialla ma niente di più. Nel bosco a nord del sentiero, verso il campo, c’è un castagno alto almeno tre metri che non avevo mai notato.

 

 

Sympetrum pedemontanumIl prato umido (sentiero 4)

Viburno rinsecchitoUn viburno di un paio di metri è completamente secco (foto a sinistra).

Dopo la curva alcune farnie sulla destra soffrono molto. Anche i  biancospini , qui come altrove, soffrono variamente.

Al ritorno noterò il gelso con le foglie tutte afflosciate. 

Inoltrandomi poi verso il campo vedrò un paio di alberelli morti, non identificati (foto in testa alla pagina).  

I pioppi tremuli , a parte qualche rametto più o meno secco, stranamente resistono. I pini silvestri sembrano vegetare bene.

Mi imbatterò anche in un Sympetrum pedemontanum (foto a destra).

 

 

piantine di nuovo impianto esauste Libellula su foglie di biancospinoL'ex-orto (sentiero 5)

Incrocio un frequentatore dell'oasi che mi dice: “ Se non piove qua muore tutto. E più avanti sul sentiero è ancora peggio ”.

In effetti il sentiero costeggiato dalla siepe di biancospini appare riarso, ma più che altro a causa dell’erba che qui è senza un filo di verde. I biancospini hanno foglie secche solo in parte e resistono, almeno per ora. Sono verdi anche le loro bacche (vedi foto a destra con libellula). Forse è morta qualche pianta di altre specie sulla destra del sentiero, ma non prendo nota, salvo per un  pado di un paio di metri.

Più avanti sono del tutto esauste diverse piantine messe a dimora nello scorso autunno lungo il sentiero delle 7 cascate (foto a sinistra). A occhio direi che meno di metà sono morte, ma per un bilancio si vedrà più avanti. Dipenderà, come dice Alberto, dai prossimi giorni. 

OrthetrumAll’ex orto la situazione sembra migliore. Solo un pado , quello che aveva le radici danneggiate in primavera (dalle arvicole?) è secco. 

A monte dell'orto, lungo il Nirone, tigli nostrani , pioppi neri , ortiche, rovi, vite del Canadà ed erbacce varie stanno bene. Forse l'acqua del torrente riesce a tenere umide le loro radici.

Incontro ancora parecchie libellule sul greto del fiume: Orthetrum (foto qui a destra),  Calopteryx e Platycnemis (foto in alto a destra), queste ultime meno abbondanti del solito. Forse perchè il prato soleggiato che prima polpolavano si sta trasformendo in un boschetto. 

 

 

Il prato (sentiero 6)

Qui l’unico segno della siccità sembra l’erba del prato, quasi completamente ingiallita. Si direbbe che gli alberi che circondano il prato vegetino normalmente. 

Il noce , seminascosto da un cespuglio di rovi cresce magnificamente. In questo caso si direbbe proprio che i rovi svolgano una funzione protettiva.

Rovi e rosa canina sono abbastanza verdi. Avranno radici profonde. Non ho notato le bacche (che vedrò successivamente). A dir la verità non ho notato nemmeno le more che pure ci saranno state.

Una libellula (un anisottero) svolazza come sempre per il prato. Impossibile la foto.

 

 

Sympetrum sp.Sentiero 7

Foto a un Sympetrum e a un Orthetrum . Qui la vegetazione, costituita da alberi alti e ombrosi  appare normale, ma siamo anche sulla riva dello scolmatore. Null'altro di particolare.

Fine della visita.

 

 


Qualche considerazione a caldo

Indubbiamente oggi l'oasi appariva assetata. 

Da quanto tempo non piove? Forse da metà lugio e inoltre le temperature sono state elevatissime. Purtroppo a Bollate e immediati dintorni non risultano presenti stazioni meteorologiche , nemmeno quelle di tipo amatoriali che pure sono così diffuse in altri comuni della zona e che ormai sono accessibili a chiunque, purchè dotato di un minimo di pazienza e di competenza per gestirle. Sarebbe stato interessante poter consultare i dati pluviometrici in Internet. 

L'oasi è costeggiata dal secondario del Villoresi e dal Nirone che costituiscono, come appare evidente in occasioni come questa, una risorsa vitale . Così dovrebbero esser tutti i corsi d'acqua per territori ben più vasti e imporanti del Caloggio. Il Volloresi e indirettamente anche il Nirone ricevono l'acqua dal Ticino e per  fortuna il Ticino con l'inquinamento se la cava abbastanza (la sua situazione è " decisamente migliore della maggior parte dei fiumi della Pianura Padana " - vedi qui).     

Gli effetti della carenza idrica si riflettono sulla vegetazione in modo non scontato e tutto da indagare

Insomma una situazione certamente negativa per l'oasi, ma interessante per conoscere e capire meglio le complesse relazioni fra clima. geologia e vita .
Occorrerebbero competenze specifiche e ben altre osservazioni che quelle di una mezza mattinata. Sufficienti però per cogliere  la delicatezza della natura e l'importanza che hanno rappresentato nel passato e che rappresntano ancora oggi  opere di irrigazione come il Canale Villoresi : fenomeni ed opere di cui tendiamo ad ignorare l'importanza.