Osservazioni   x

10 marzo 2013

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Si temeva che la calura della scorsa estate avesse fatto danni ai campanellini
che invece sono rifioriti magnificamente e compaiono anche in nuovi luoghi.
Le cille invece sembrano in grave difficoltà e sono sempre più rare.   

 

 

Breve introduzione

Cielo nuvoloso e foschia. È da una settimana che piove. Il prato umido è più sommerso che fradicio. Nel corso del mattinata comparirà il sole. 

Tra 15 giorni probabilmente ci sarà una visita al'oasi promossa dal Comitato per il Parco Regionale della Brughiera (al momento ancora da confermare). Il filo conduttore di questa perlustrazione è un po' questo.

Cosa potremo mostrare? Le previsioni ci dicono che l'inverno non è ancora finito. Arriva "Morgana" e così domenica 17 marzo è prevista acque mista a neve.

 

 

Lungo la via Caloggio

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La siepe di carpini

A sinistra la siepe di carpini (foto a sinistra) è ancora ricoperta di foglie secche. Il carpino è una pianta importante al Caloggio e tipica della formazione forestale della pianura di un tempo, il querco carpineto.

Nella siepe probabilmente c'erano delle scille fiorite. Viste comunque nei pressi. Le scille sono fiori stupendi, purtroppo al Caloggio fortemente minacciate.

A destra, in corrispondenza dell'inizio dell'oasi  ci sono delle ginestre, alcune  morte nella scorsa estate per la siccità.
 
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Una strana formazione vegetale su un salice
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Infiorescenza di salicone

Seguono fra la via e il canale secondario del Villoresi, in questo periodo povero di acqua, varie specie di arbusti inframezzati da robinie e altre piante fra cui dei salici

All'oasi ci sono circa 70 specie fra alberi e arbusti, ma solo una quarantina quelli facilmente visibili e individuabili. 

Alcuni salici al momento sfuggono ai nostri tentativi di classificazione. Il primo sulla via, forse un Salix alba, ha gemme piccolissime. 

Mostra una strana formazione da tempo, prima verde, ora secca (foto sopra) probabilmente dovuta a qualche malattia.

Poco oltre un piccolo ligustro sotto osservazion ha perso tutte le foglie. Tuttavia, nonostante questo, ci sembra un ligustro giapponese.

Più avanti un salicone ha le infiorescenze ben visibili. 

Una  folto gruppo di sanguinelle (foto sotto a sinistra) è ancora in veste invernale.

Arrivati al ponticello si possono vedere degli ontani neri (foto sotto), alberi tipici delle rive. In questo periodo la chioma è carica di infiorescenze maschili pendule, simili a quelle del nocciolo, ma più scure e rossicce e di infiorescenze femminili, piccole e tonde diventeranno frutti simili a piccole pigne. L'ontano ha anche le foglie somiglianti a quelle del nocciolo, ma senza la puntina sporgente.  Il portamento però è comletamente diverso.

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Il gruppo delle sanguinelle

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Gli ontani che affiancano il ponticello di accesso all'oasi

 

 

Verso la radura e lo stagnetto (sentiero 1)

Qui ci sono delle belle farnie dell'età dell'oasi, e, cosa particolare, dei ciavardelli, piante diffuse sull'appennino pavese e nel nord europa.

Difficilmente ci inoltreremo su questo sentiero nella prossima visita. Forse solo per ammirare la fioritura dei padi che si prevede per quel periodo.

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Al momento non si nota nessuna gemma particolare, tanto meno dei fiori, se non a terra dei comunissimi Lamium, ma anche questi abbastanza stentati. La natura anche qui temporeggia. Solo piccoli boccioli nei prugnoli di prossima fioritura.

Alla radura vedo vari sventramenti (tagli di edera, sambuco, ecc)

Non riesco a tagliare il ramo di robinia che toglie il sole all’agrifoglio più bello dellì'oasi, l'unico che ha cominciato a produrre qualche rara bacca, che nemmeno giunge a maturazione.

Al laghetto alcune ovature di rana rossa.

Anche qui c'è un salice con le gemme (salicone?). 

Sulla riva opposta del Nirone una coperativa, su commissione del Parco, sta tagliando le robinie che rischiano di far franare la sponda in cui affondano le radici. I loro polloni ricresceranno presto. 

Il sambuco e la fusaggine cominciano ad emettere le foglie

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Lungo il Nirone (sentiero 2)

La vista del sentiero appare sostanzialmente spoglia. Ma a ben guardare non è difficle scorgere i segni della prossima primavera. Le infiorescenze del nocciolo sono comparse da tempo. 

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Il corniolo sembra in procinto di fiorire (foto a sinistra)


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Pochi Lamium fioriti (foto a sinistra e anche qualche Veronica persica che sono sempre fra i primi a spuntare. Si tratta di specie molto comuni ovunque, la seconda di origine esotica, ma così diffusa che ormai è pensare di debellarla.  

 

Sotto l’osservatorio si vedono alcuni campanellini (Leucojum vernum) fioriti e un bel gruppo di Arum, ancora senza fiori (foto sotto a sinistra). Nei pressi ci sono anche dei campanellini estivi. Fioriranno più avanti, ma non in estate, come farebbe pensare il nome. 

 

Lungo il Nirone il cespuglio di pungitopo appare in buone condizioni. Peccato che una piccola piantina delle stessa specie, nata spontanealmente nei pressi, sia sparita.

 

Sempre nei pressi vari narcisi (purtroppo domestici, residui dei vecchi orti) stanno per fiorire. I narcisi selvatici (Narcissus radiiflorus) sono presenti nella zone centrale del Parco, per esempio all'ìOsi Lipu di Cesano. Altrove ci sono narcisi esotici come il N. psuedonarcissus  e probabilmente anche altre specie (fonte Gariboldi)

 

Non entro nel bosco nuovo e non vado a vedere i bucaneve,  poche piante di origine in certa che fioriscono molto tardi

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Il bosco vecchio (sentiero 3)

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All'inizio del bosco vecchio l’acero di monte ha ancora dei frutti pendenti

Sui tassi non si nota alcun fiore.

Sula riva del nirone alcuni ontani hanno belel chiome con abondanti infiorescenze

Di fiori di pervinca e di anemone non si vede ancora nessuna traccia. Anzi le pervinche non ricoprono  come faranno più avanti il terreno dove sono più  fittamnte insediate (foto a sinistra.    

Alla curva a sinistra si scorge fin da lontano il tappeto bianco abbagliante dei campanellini. Intorno tutto secco. Bellissimi. Sembrano nel pieno della loro fioritura ( vedi le foto seguenti, pubblicate  anche su FNM)

Foto ai due biancospini senjor e alla frangola senjor.

 

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I campennlini della popolazione principale del Caloggio. Ogni anno da quando è nata l'oasi si espandono un pochino.
Impossibile nasconderli. Speriamo che a nessuno venga in mente di coglierli. 

 

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Occorre fare molta attenzione per non calpestarli.

 

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Il prato umido (sentiero 4)

Usciti dal bosco vecchio e dall'oasi, gli alberelli di quello che noi chiamaiamo "prato umido" appaiono completamente spogli.
Questi crescono molto lentamente e così la zona in estate è ben soleggiata.
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Un ramo impedisce l'attraversamento del grande prato coltivato . Nella parte nord di questo sono in corso piantagioni di arbusti per la
produzione di  frutti di bosco. I solchi hanno fatto emergere una terra grigia, molto diversa dal tipico ferretto delle Groane,  che fa pensare
ad antica palude se non addirittura ad un lago. Poco distante il Nirone si avvolge in meandri che denotano la perdita della pendenza.

 

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Ed ecco qui il risultato delle recenti piogge. L'erba del prato umido è affogata dall'acqua. Non a caso cresce bene il giunco.

Vado a controllare i salici sul bordo del pratone

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Il primo salice da sud, di specie da identificare, ha delle
belle infiorescenze
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Poco oltre un salicone ha infiorescenze verdastre, ma solo su pochi rami, quasi gli altri fossero morti. Non noto altri salici che pure dovrebbero esserci
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Una fusaggine emette le prime foglie che hanno le punte
risecchite, forse per il freddo (foto a sinistra), Le foglioline sono più avanti di quelle viste sul sentiero 1.  

Non vado verso la riva del Nirone per guardare frassini, tigli e ontani

Al termine della zona una farnia di alcuni metri di altezza, che sembrava dovesse morire, ha le gemme più sviluppate di altre.

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Il sole qui ha fatto spuntare un po' di veroniche (foto sotto)

 

 

L'ex orto (sentiero 5)

Nei pressi dell'ax orto, attraversop la fitta siepe di biancospini il sentiero delle 7 cascate delimita il pratone seguendo il coroso del Niotorone
contrassegnato da 4 grandi albri. Sul primo (a destra nella foto) è facile incontrare un airone cenerino, come avverrà anche questa volta..   x
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Violette. La specie sarebbe da isentificare.


Violette fiorite all'ex orto (foto a sinistra).  

Vado a guardare gli impiantiti dello scorso autunno e di un anno fa. Quelli a nord dell’ex orto sembrano vivi. Lungo il sentiero le piccole fusaggini sono sicuramente vive, ma forse anche le piantine di altre specie che davamo per morte.

Faccio spaventare involontariamente l’airone che si invola  vola verso le risorgive. Niente foto, purtroppo.

Al ritorno rifotografo il fungo misterioso sulla robinia (foto sotto a sinistra). 

I biancospini hanno piccoli germogli e alcuni consevano qualche bacca rinsecchita (foto sotto)

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Seguo da anni una specie di fungo sulla robinia (?)
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Biancopino

 

 

Il prato (sentiero 6)

Incontro un signore con reflex e lungo tele. Attacchiamo bottone. Ci scambiamo molte informazioni tecniche e naturalistiche. Sa il fatto suo.
Così mi dimentico di andare a fotografare l’olmo mascotte, si fa tardi e scappo di corsa.

 

 

Conclusione

Quest’anno la natura mi sembra molto indietro. Farò un confronto con le foto degli anni scorsi.
Non si capisce ancora se le piante che hanno sofferto la scorsa estate sono morte o meno
Foto 65 + 15 al laghetto. Da rielaborare e confrontare. Alcune presto su FNM, altre per sito…

Fine